Esperienze Trasformative
Esperienze Trasformative
Ogni volta che hai paura di lasciar andare qualcosa, l’unica ragione è perché la tua mente può misurare ciò che perderai e non riesce a vedere cosa otterrai.
Kyle Cease
Kyle Cease
Cos’è un esperienza trasformativa?
Le esperienze trasformative sono dei momenti, ad alto impatto emotivo e identitario, che scaturiscono dall’evoluzione di particolari stati di coscienza. In termini psicologici, quello che avviene si ottiene dando al subconscio piena fiducia nello svolgimento di attività, spesso, legate alla memoria muscolare, al movimento o alla libera espressione, che focalizzino l’attenzione su un compito da svolgere lasciando, al tempo stesso, spazio al sentire e al pensare fluido, creativo e strategico. In questa serena ed eccitante libertà esplorativa diviene più facile e meno rischioso mettersi in gioco e accettare i rischi di una revisione esistenziale. All’interno dell’amplio ventaglio di metodi, tecniche e applicazioni proposti da Psychopop, i principali stati di coscienza, su cui lavoriamo, si rifanno a tre momenti esperienziali cruciali:
- Flow: stato mentale di massima positività e gratificazione, che può essere vissuto durante lo svolgimento di un’attività e che corrisponde alla “completa immersione nel compito” (Mihaly Csikszentmihalyi, 1975).
- Quiebre: stato mentale in cui la persona giudica un accadimento che, per qualche ragione, altera il corso previsto degli eventi e che, per questo, può diventare l’oggetto di una crisi, di una opportunità o essere riassorbito dalla realtà precedente (Rafael Echevarría, 1994).
- Vuoto fertile: stato mentale di dissonanza cognitiva provocato da una differenza o da una somiglianza, percettiva e sottile, portatrice di una nuova informazione proprio mancante di una formazione concettuale chiara (Fritz Perls, 1951).
- Apprendimento trascendente: processo mentale di integrazione di nuovi concetti di riferimento provenienti da una nuova lettura della realtà che, trasformandosi, trasforma la persona (Edward Cell, 1984).
In breve, tutti attraversiamo un’esperienza trasformativa, fortuita o meno, tutte le volte in cui quello che viviamo ha una forte incidenza sul nostro modo di essere e di vedere noi stessi, e il mondo che ci circonda. In definita, è la persona che riconosce la sua esperienze trasformative quando diviene consapevole di quanto sia stato importante e significativo averla vissuta.
A cosa serve?
Un’esperienza trasformativa è utile a rivedere la relazione che abbiamo con noi stessi, con gli altri e con la realtà circostante, materiale e immateriale. Si tratta di una modalità creativa di trovare forme di coesistenza o di interazione con l’esistente, più funzionali o soddisfacenti. Concretamente, gli obiettivi riguardano l’apprendimento di un nuovo saper essere e, in base dell’attività scelta, di eventuali nuovi saperi o saper fare. Apprendimenti specifici riguardano poi la modulazione dell’esperienza verso aspetti più cognitivi, più relazionali o identitari, quali:
- continuum di consapevolezza, focalizzazione dell’attenzione verso il momento presente;
- gli insights, intuizioni immediate e improvvise;
- serendipità, capacità di provocare scoperte fortuite;
- peak experiences, momenti “Eureka”, o “Aha moments”, di alta motivazione e appagamento;
- catarsi, stati di intensa liberazione emotiva;
- risonanze emotive, sintonie emozionali, socialità e creazione di legami di stima e fiducia;
- sviluppo interiore, accettazione di limiti e virtù personali e di minacce e risorse esterne.
In breve, le opportunità che offrono queste esperienze sono multiple perché favoriscono forme di apprendimento che coinvolgono la persona a 360°, cambiando le coordinate stabili e abituali del proprio “essere osservatore” oltre che “attore”. Favorire lo sviluppo del “essere” attraverso l’azione, e attraverso quindi il “fare”, è ciò che Chris Argyris e Donald Schön (1974) chiamano “triple-loop learning”, e Gregory Bateson (1977) “deutero-apprendimento”, ossia un apprendimento che agisce sul “contesto dei contesti” cambiando l’intero quadro dei modelli di aspettativa precedenti.
Questo tipo di esperienze trasformative innovative, oltre al loro valore come strumenti di sviluppo personale e di terapia, trovano sempre più sostenitori anche in azienda, soprattutto all’interno di team building o team play. Anche nella formazione possono risultare validi strumenti per l’apprendimento di specifiche competenze trasversali, nel favorire lo sviluppo di una determinata Vision, o nel creare o riprogettare servizi di valore per l’utente (Service Design).
Come si svolge un incontro?
Gli incontri possono essere di varia natura e anche molto diversi tra loro. Come sarà successo anche a voi, le esperienze di trasformazione accadono in differenti situazioni, quando si è soli o in compagnia, in contesti familiari o esotici, durante la nostra quotidianità o in periodi eccezionali, svolgendo attività banali o insolite. In questo senso, la progettazione di un’esperienza trasformativa si rifà più all’atteggiamento che si ha nei confronti della persona che vive l’esperienza e al rispetto di una metodologia di base, adattabile ad un gran numero di attività e contesti. Nella nostra pratica facciamo riferimento a quattro dimensioni dell’esperienza:
- Interattività, intesa come circolazione della saggezza.
- Coinvolgimento, inteso come fomento della partecipazione attiva.
- Utilità, intesa come il passaggio da un’idea, o da un concetto astratto, a qualcosa di pratico e tangibile che abbia un uso immediato nella vita della persona.
- Giocosità, intesa come creazione di ambienti piacevoli, divertenti, rilassanti che facilitino il superamento della zona di comfort, l’abbassamento delle difese e il fiorire della creatività.
L’iter metodologico di base delle nostre proposte trasformative si ispira alle fasi del ciclo dell’esperienza della Psicoterapia della Gestalt, dove ad un momento di pre-contatto o riscaldamento, che riguarda la conoscenza dei partecipanti e dell’esperienza che affronteranno, ne segue uno di contatto, in cui i partecipanti prendono consapevolezza di ciò che si stanno facendo, quindi un contatto finale o esperienza concreta, che riguarda l’azione, l’attività in questione, e un post-contatto o chiusura, in cui si facilita l’integrazione dell’apprendimento nel “qui e ora” del partecipante. Per capire nel dettaglio come avviene un incontro vi invitiamo a farne esperienza diretta o a contattarci, per poter soddisfare la vostra curiosità. Lo stesso consiglio è valido per chi volesse essere accompagnato nella progettazione di esperienze “ad hoc”, individuali, di coppia, di gruppo, collettive, indoor o outdoor. Sarà un piacere per noi rispondere e valutare insieme le specificità di un’eventuale collaborazione.
Qui di seguito trovate una tabella con i principali mediatori trasformativi utilizzati e una breve presentazione di alcune proposte che speriamo possano motivarvi a chiamarci per lasciarvi trasformare…
Non abbiate paura, il risultato sarà sorprendente e non vi trasformerete in nulla che non vogliate.
Fotografia | Poesia | Musica |
Video | Pittura | Voce |
Teatro | Scultura | Danza |
Scrittura | Fumetto | Sport |
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Camminate consapevoli
Come scriveva il filosofo Nietzsche “Tutti i più grandi pensieri sono concepiti mentre si cammina” e forse ognuno di noi ha goduto, almeno una volta, di quella bella sensazione liberatoria e , a volte, illuminante, di “andrasi a fare due passi”. Camminare aiuta il pensiero, lo doma allineandolo alla respirazione, lo placa, lo incanala verso mete parzialmente controllabili. In questa pratica, seguire i propri passi, lasciandosi guidare da quel che c’è, diventa un modo per condurre la mente in un altrove che diventa scoperta. Lo scopo è rilassarsi, godere del paesaggio, di sè stessi e di ciò che ci abita, scoprendo, insieme, risposte più efficaci per esprimere e integrare maggiormente il proprio essere con il proprio stare al mondo.
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Fotobiografia
Durante l’incontro, una selezione di foto autobiografiche, a tua scelta, diverrà la cornice di riferimento più adatta ad accogliere la tua identità e a vederla trasformare davanti ai tuoi occhi.
L’obiettivo è quello di localizzare la posizione presente e rendere manifeste le priorità percepite e quelle inconsapevole, le direzioni verso cui ti stai muovendo, i legami vincolanti e propulsivi che hai con il passato e le proiezioni temute o desiderate che influenzano il raggiungimento della tua meta.
Integrando la macchina fotografica nel tuo modo di vedere le cose, imparerai a utilizzarla per conoscerti meglio, scoprendo le peculiarità del tuo “essere osservatore” e guadagnando nuovi punti di vista.
L’obiettivo è quello di aprire nuove possibilità d’espressione e d’azione, migliorare la tua comunicatività e anche il tuo modo di “essere al mondo”.
Si raccomanda caldamente di partecipare a più incontri per poter approfondire le potenzialità di questa tecnica.
Saranno proprio le parzialità delle scelte estetiche a rivelare i punti forti, le debolezze, le opportunità e le minacce di un progetto, di un’impresa o di te stesso.
In questo senso è uno strumento poliedrico, adatto a lavori, sia individuali che di gruppo, sull’identità, pubblica e privata, sulla vision ma anche di analisi e pianificazione.
L’obiettivo è quello di dare più linfa al tuo ramo affettivo rivedendo le linee di forza, di autonomia e di responsabilità che sostengono la struttura genealogica di famiglia di cui ti senti parte.
La raccolta di informazioni, la scelta e il posizionamento del materiale fotografico utilizzato sarà parte integrante di questo lavoro di ristrutturazione familiare, cognitiva ed emotiva.
Un tipo particolare di lavoro con l’autoritratto riguarda i temi dell’accettazione di se, di una determinata fase esistenziale o l’espressione di specifiche emozioni.
Non sono necessarie capacità tecniche particolari mentre è fondamentale possedere un mezzo attraverso cui realizzare fotografie, anche un cellulare.
Non sono necessarie capacità tecniche particolari, lo strumento principale di ristrutturazione emotiva, cognitiva e funzionale, sarà la tua creatività, facilitata dale evocazioni cinematografiche.
Questo video emozionale ti sorprenderà per l’autenticità di quanto riuscirai ad esprimere e potrai decidere di tenerlo per te o consegnarlo a un destinatario a cui tieni molto.
Non sono necessarie capacità tecniche particolari mentre è fodnamentale possedere un mezzo attraverso cui realizzare video, anche un cellulare.
Non sono necessarie capacità tecniche particolari mentre è fodnamentale possedere un mezzo attraverso cui registrare, anche un cellulare.
Il processo consta di un breve colloquio di profondità, in cui individuare i tuoi valori e competenze trasversali autentiche, senza giudicarli, ma anche le tue competenze tecniche e aspirazioni professionali, a cui seguirà una prima registrazione video, utile a valutare l’output e assestare il tiro, e una seconda registrazione, in cui trovare la forma e la voce propria della tua identità lavorativa in lizza per quel determinato ruolo lavorativo.
Uscirai dall’incontro con il tuo video CV ma soprattutto con delle indicazioni specifiche per rendere più autentico e credibile il tuo ruolo professionale e le tue video candidature, presenti e future.
L’obiettivo è girare, montare e produrre un video racconto per celebrare l’affetto per una persona o per un avvenimento, una persona o un luogo indimenticabile, una storia d’amore, la venuta al mondo di un figlio. Il risultato sarà una narrazione unica, da realizzare da soli o insieme ai propri cari, che, nel tempo, diverrà un video ricordo dove custodire i sogni, le paure, i desideri e la meraviglia che hanno preceduto e accompagnato un momento particolare della propria vita, da poter rivedere a piacimento.
Non sono necessarie capacità tecniche particolari mentre è fondamentale possedere un mezzo attraverso cui videoregistrare, anche un cellulare.
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Lunedì e Mercoledì dalle 9:00 alle 20:00 presso lo Studio MenteCorpo di Milano in via Giovanni Segantini, 69, INT. 2
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