“…Non interpretiamo i sogni. Invece di analizzarli, vogliamo riportarli in vita.“
Fritz Perls
Figlia ribelle della psicanalisi, la Gestalt Therapy non analizza i sogni, non li riconduce a dei significati universali e neanche particolari, li restituisce alla persona, permettendogli di riviverli ma da un punto di vista diverso, sotto molti aspetti illuminante.
Ma in cosa consiste questo approccio non analitico?
In breve, consiste nel far immergere la persona nel suo sogno chiedendole di raccontarlo al presente e immaginandosi di assumere il ruolo di protagonista di un film in cui ogni personaggio, oggetto e situazione apparsa, viene vissuta come una parte di sé. Questo processo, narrativo ed esperienziale, in una prima fase permette di esplorare la realtà percettiva ed emotiva del sogno sospendendo il giudizio sui contenuti e concentrandosi sulle forme, lasciando che la descrizione evidenzi degli elementi con cui la persona, in un secondo tempo, potrà confrontarsi. Una sorta di sogno a occhi aperti, privo di censura, perché completamente irresponsabile e che, tuttavia, permette alla persona di divenire maggiormente responsabile, durante la terza e ultima fase di lavoro, proprio in virtù delle nuove consapevolezze emerse.
Non importa se il sogno sia recente, ricorrente o molto antico. Qualsiasi sogno, se ricordato è un segno di un’attualità, nel vissuto della persona. Un sogno vecchio, ad esempio, può indicare una “Gestalt” incompiuta, un’esperienza non risolta che continua a influenzare la vita attuale della persona. Il ruolo del terapeuta della Gestalt è quello di favorire la sospensione del giudizio, non sempre facile soprattutto in sogni perturbanti, il contatto con le forze creative e la loro integrazione nell’attualità della persona che, in questo modo, può rivelare e utilizzare aspetti di sé posseduti in maniera non consapevole.
Il lavoro sui sogni può svolto a differenti livelli di intensità e può portare, in ogni caso, a realizzazioni improvvise, definite da Perls come “mini-satori“, ossia momenti di illuminazione che favoriscono una consapevolezza che spinge al cambiamento personale, perché vissuta in maniera profonda e radicale.
Concludendo con un’altra citazione di Fritz Perls:
“Se capisci come ti identifichi in ogni elemento del sogno,
traduci l’impersonale nell’Io e aumenti la tua vitalità e il tuo potenziale.”
Lavora sui Tuoi Sogni
Una volta appresa la tecnica è possibile tentare di lavorare autonomamente con i propri sogni, scrivendo un resoconto dettagliato di ogni personaggio, ambiente, elemento e sentimento per poi trasformarsi in ciascuno di essi e coglierne il messaggio esistenziale.
Il suggerimento, per chi non ne avesse fatto esperienza o per chi sentisse il bisogno di evitare i propri inevitabili punti ciechi, è quello di rivolgersi ad un gestaltista. Guarda il caso, in questo mese di settembre Psychopop sta organizzando degli incontri di gruppo per lavorare sui propri sogni e scoprire quelle consapevolezze che stanno premendo per passare a livello cosciente e che, a volte, continuiamo a relegare nell’inconscio, posticipando la nostra meritata vita pienamente soddisfacente.
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PS
L’immagine di copertina è frutto di una rivisitazione onirica del dipinto di Alessandra Carloni “Equilibri Urbani – Le città invisibili“