Tutti gli esseri viventi sono spinti a soddisfare la propria fame, al terzo posto dopo la soddisfazione della necessità di respirare e quella di bere, tuttavia tra il cibo e la persona intercorrono relazioni diverse dai soli aspetti fisiologici. Questa prima affermazione è necessaria per evidenziare una leva psicologica importante per la comprensione e per il cambiamento del comportamento alimentare umano.
La fame, infatti, può essere intesa come bisogno fisico di cibo e l’appetito come desiderio di cibo.
La distinzione linguistica tra bisogno e desiderio coinvolge molti aspetti relazionali e, quando si tratta di voler spezzare schemi alimentari insoddisfacenti, sentirsi pieni o sentirsi sazi non è più una questione di virgole.
Lo stesso avviene quando si accomuna, troppo rapidamente, il “mangiare sano” con i soli aspetti nutrizionali del cibo, soprattutto considerando l’aggiornamento del concetto di salute dichiarato dall’OMS (1998) :
“La salute è uno stato dinamico di completo benessere fisico, mentale, sociale e spirituale, non mera assenza di malattia“.
Tutto questo per dire che la componente fisiologica, approfondita da medici e nutrizionisti, e la componente psicologica, socioculturale del cibo, approfondita da psicologi e professionisti della relazione di aiuto, sono due facce della stessa medaglia. Inoltre, nel nostro paese, buongustaio per antonomasia, il solo bilanciamento delle calorie presenti nei piatti rischia di essere una tortura più che un percorso di benessere.
La Mindful Eating, ossia la capacità di prestare attenzione in maniera totale (mindful) e priva di giudizio a ciò che si mangia, risulta una tecnica di alimentazione consapevole particolarmente efficace sia il corpo che per la mente. Poter focalizzare meglio l’attenzione sul gusto e sulle porzioni, all’interno dei cosiddetti “comfort foods” ad esempio, permette di riconoscere schemi reattivi insoddisfacenti, perché collegati a risposte generiche, per orientarli verso specifiche fonti di piena soddisfazione.
Senza entrare troppo nel dettaglio, si tratta di sviluppare di meditare mangiando, ossia focalizzando l’attenzione su segnali percettivi, corporei, emotivi e anche sulle proprie evocazioni mentali. Attraverso un allenamento periodico, il cibo diventa un terreno fertile per entrare in contatto con il presente, coniugando le intuizioni che ci offre il corpo con la razionalità delle possibili scelte appaganti, a livello mentale. Il risultato è un tipo di alimentazione sana, armoniosa, non giudicante e non conflittuale.
Psychopop, ti propone un percorso di Mindful Eating in chiave gestaltica all’interno del quale poter:
- conoscere le componenti psicologiche della fame;
- riconoscere i tuoi schemi reattivi alimentari;
- distinguere il bisogno dal desiderio di cibo;
- assaporare nuove sazietà esistenziali.
Il percorso Psychopop
Il presupposto su cui si fonda questo metodo è che il nostro corpo sa come, quanto e cosa mangiare, e ce lo comunica continuamente: siamo noi ad essere distratti. Il corpo, infatti, è uno strumento perfettamente adattivo che si autoregola mandandoci segnali multipli che riguardano il senso di fame, di sazietà e di pienezza.
Gli esercizi di consapevolezza alimentare previsti dal percorso, che può essere individuale, di coppia, di gruppo, in presenza o a distanza, non importa, aiutano a recuperare le capacità di ascolto di questi segnali, verso la comprensione di come mangiamo e del perché. Si, perché non tutto ciò che mangiamo è un mezzo per soddisfare il bisogno di fame. La fame fisica è solo la punta dell’iceberg, infatti può essere assente o essere presente come condizionamento, e sparire nel giro di un’ora. Il cibo è anche una forma di gratificazione o punizione, è un rinforzo che ci diamo per ammaestrarci sopprimendo, ad esempio, emozioni che non sappiamo come gestire diversamente. Man mano che impariamo ad ascoltare i segnali del corpo e a riconoscere da dove origina la spinta verso la ricerca di cibo, emergono quelle aree della vita che richiedono soddisfazione e che continuiamo a tenere a stecchetto.
E’ ciò che avviene con quella che Jan Chozen Bays (2), autrice, educatrice di Mindful Eating e pediatra specializzata nel lavoro con bambini maltrattati, chiama fame del cuore. Nella sua veste clinica e terapeutica, infatti, la Mindful Eating viene utilizzata anche per il trattamento dei disturbi alimentari, in particolare del Disturbo da Alimentazione incontrollata (o Binge Eating disorder), attraverso il protocollo MB-EAT, ideato da Jean Kristeller, psicologa e accademica statunitense. La sua validità è stata dimostrata da numerosi studi scientifici (3;4;5), nei quali l’inclusione di questo protocollo nei programmi alimentari e dietetici si è rivelata efficace nella gestione del peso, delle abbuffate e nel controllo delle porzioni come anche nel mantenimento del normopeso e quindi nella prevenzione dell’obesità. Inoltre, una pratica quotidiana di consapevolezza alimentare sembra avere effetti positivi anche sul tono dell’umore e sulla gestione dell’emotività (6).
Al di là del contesto clinico, però, mangiare in maniera mindful è utile a chiunque voglia vivere in maniera più equilibrata e consapevole il proprio rapporto con il cibo e la propria vita. Mangiare in maniera consapevole non significa quindi mangiare in maniera nutrizionalmente perfetta, ma mangiare in maniera sintonizzata con le esigenze del proprio corpo. Questo permette di godere del cibo e di non viverlo con sentimenti negativi di frustrazione, ansia e privazione. All’interno del percorso di Psychopop è possibile fare esperienza di tutto ciò imparando ad agire principalmente sul modo in cui mangiamo, e il cosa mangiamo verrà di conseguenza.
“La consapevolezza permette la scelta, e la scelta regala la libertà”.
Bibliografia:
- Hanh, T.N. (2018). Mangiare zen. Nutrire il corpo e la mente. Mondadori, Milano
- Chozen Bays, J. (2018). Mindful Eating, per riscoprire una sana e gioiosa relazione con il cibo. Enrico Damiani editore.
- Dunn, C., Haubenreiser, M., Johnson, M., Nordby, K., Aggarwal, S., Myer, S., & Thomas, C. (2018). Mindfulness Approaches and Weight Loss, Weight Maintenance, and Weight Regain. Current Obesity Reports.
- Köse, G. (2020). Can Mindful Eating Help Us When We Struggle With Eating? Mindful Eating Replaces Diets. Turkish Journal of Sport and Exercise.
- Warren, J. M., Smith, N., & Ashwell, M. (2017). A structured literature review on the role of mindfulness, mindful eating and intuitive eating in changing eating behaviours: Effectiveness and associated potential mechanisms. Nutrition Research Reviews.
- Pintado-Cucarella, S., & Rodríguez-Salgado, P. (2016). Mindful eating and its relationship with body mass index, binge eating, anxiety and negative affect. Journal of Behavior, Health & Social Issues.
Per info e iscrizioni: gilbertofulvi@gmail.com – 339.1772993