Una passeggiata gestaltica è un modo di camminare che facilita un maggior contatto con ciò che è presente in noi, in maniera più o meno consapevole, e che chiede di essere ascoltato: un modo per fare il punto su ciò che ci abita, sulle priorità della nostra esistenza, sulle richieste che chiedono di essere soddisfatte.

CaminanteIl risultato di questo contatto può essere un appagamento immediato, trovando soddisfazione nell’ambiente circostante, oppure la possibilità di approfondire quel bisogno emerso e le sue modalità di soddisfazione. In questo caso, può risultare un valido aiuto la presenza di uno psicologo, di un counselor o di un coach, in quanto figura capace di accompagnarci in un processo di affinamento della domanda e delle diverse possibilità di risposta e di azione.

Detta così può sembrare difficile da capire, in realtà anche tu sicuramente ne avrai già fatto esperienza. Quando sei andato, o andata, a fare “due passi”, magari per smaltire una tensione o per riflettere su qualcosa, e poi è successo veramente qualcosa che ti ha illuminato. Oppure quando hai dato “un’occhiata in giro” per distrarti o visitare un luogo sconosciuto, e poi hai trovato una cosa interessantissima, una parte di te e del tuo mondo, che non ti aspettavi fosse lì. Bene, in quei momenti è andato in scena il presente, che forse aveva anche una relazione con il tuo passato o con il tuo futuro, ma che parlava di bisogni, necessità e desideri attuali, che forse avevi solo messo da parte, dimenticato, rimosso, negato.

Utilizzando il gergo del Coaching Ontologico, si potrebbe dire che la Passeggiata Gestaltica, facilitando il contatto con la “Situazione Attuale” palesa una “Situazione Desiderata” di cui possiamo scegliere di farci responsabili attraverso un Piano di Azione.

Utilizzando il gergo della Gestalt, nelle Passeggiate Gestaltiche emergono delle “Figure” dallo “Sfondo” che rappresentano i nostri interessi, le materializzazione di un bisogno e quindi la possibilità di portare a compimento il ciclo di quell’esperienza che ci chiede di essere vissuta, soddisfatta e chiusa, per lasciare il campo libero all’emergere di altre figure.

Esistono anche altre discipline che si cono occupate delle camminate consapevoli, e non è lo scopo di questo articolo enumerarle. Per ora basterà dire che il risultato è lo stesso, non si tratta di camminare per arrivare da qualche parte ma di vivere, perché la vita è un cammino, come ci ricorda il maestro zen Thich Nhat Hanh. Vivere errando significa abitare il mondo restando sensibili nei riguardi delle nostre priorità esistenziali, presenti nel momento o ricorrenti, stati di benessere che aspettano di essere vissuti, momenti di illuminazione, di euforia e di appagamento.

cammiCome avviene tutto ciò? Se un botanico ti accompagnasse durante una passeggiata in una foresta, ti inviterebbe a esaminare attentamente le diverse piante che ti circondano. Allo stesso modo un pittore, accompagnandoti nella stessa foresta, ti parlerebbe dell’armonia di colori, della luminosità e delle forme. Quando la guida è uno psicologo gestaltista, l’attenzione viene rivolta alla percezione e all’espressione di ciò che ti incuriosisce, ti attira o ti respinge. L’insieme delle risonanze percettive, emotive e cognitive guida l’esplorazione e l’interazione con l’ambiente, rivelando necessità, desideri, risposte. Questo tipo di pratica può essere usata all’interno di relazioni di aiuto di vario tipo. In qualità di psicologo e coach, propongo diverse “esperienze trasformative” di questo genere, utili alla crescita, personale e professionale, e all’animazione socioculturale culturale. Il movimento, lo sport, il turismo, l’arte, il gioco e non solo, permettono di trasformare un oggetto, un’attività, un paesaggio, una località o un incontro, in un’opportunità per riconnettersi con il proprio mondo interno ed esterno, andare all’essenza e renderla materiale, manipolabile, comunicabile, trasferibile e, volendo, anche vendibile…

D’altronde, se il bello è la fame degli occhi, per farsi venire l’appetito è importante sensibilizzarsi a cogliere   il profumo di ciò che è fuori e che parla di ciò che potrebbe nutrirci dentro.