Ontologia del Linguaggio

Ontologia del Linguaggio

Non c’è niente di così importante che non importi come venga detto.


Anonimo

L’Ontologia del Linguaggio è una delle fondamenta teorico-metodologiche di Psychopop. Si tratta di un approccio che unisce la filosofia alla pratica, alla base del Coaching Ontologico, o Trasformazionale, che porta attenzione alla relazione profonda tra linguaggio, identità e realtà.

Secondo questo modello, il linguaggio non si limita a descrivere il mondo, ma lo crea: ci fa essere ciò che siamo, influenza le relazioni che intratteniamo, condiziona le azioni che riteniamo possibili e genera realtà attraverso l’uso delle dichiarazioni.

Linguaggio che crea realtà

Questa prospettiva nasce dall’incontro tra diverse correnti filosofiche e scientifiche:

  • la teoria degli atti linguistici (speech acts theory) di John L. Austin e John Searle, secondo cui ogni enunciato non è solo una descrizione, ma un’azione (promettere, ordinare, dichiarare…);

  • la semantica generale di Alfred Korzybski, che sottolinea come “la mappa non è il territorio” e invita a distinguere tra esperienza diretta e rappresentazione linguistica;

  • la teoria dei giochi linguistici di Ludwig Wittgenstein che associa i confini della lingua ai confini del mondo;
  • il concetto di enazione, proposto da Francisco Varela e Humberto Maturana, secondo cui la mente emerge dall’interazione incarnata tra organismo e ambiente, in un processo continuo di co-creazione del senso.

In questo quadro, il linguaggio è considerato ontologico perché parte costitutiva dell’essere, e trasformativo perché consente l’accesso a nuovi modi di percepire e abitare la realtà. Scegliere come parlare – o come tacere – diventa allora un atto generativo, capace di aprire strade alternative, ridefinire problemi, superare blocchi. Le parole trasformano il pensiero, il pensiero modifica la percezione, la percezione apre la via a nuove possibilità d’azione.


Oltre le parole: il linguaggio del corpo

L’Ontologia del Linguaggio riconosce che non tutto il linguaggio passa dalle parole. Il corpo comunica costantemente: postura, respiro, gesti, silenzi. Per questo motivo, l’approccio Psychopop si integra con le scoperte delle neuroscienze e della psicologia embodied.

L’Embodied Cognition (cognizione incarnata) ci mostra che la mente non è un’entità separata dal corpo, ma si sviluppa attraverso l’interazione sensoriale e motoria con l’ambiente. Il linguaggio è azione, il pensiero non esiste al di fuori del linguaggio e il significato si costruisce nell’esperienza vissuta.

Il linguaggio verbale e non verbale sono così due facce della stessa realtà comunicativa: le parole devono trovare coerenza nel corpo, e il corpo può dare voce a ciò che le parole non sanno ancora dire.

Attraverso esercizi somatici, pratiche di ascolto corporeo, osservazione delle micro-espressioni e lavoro sulle emozioni incarnate, la persona può acquisire maggiore congruenza tra ciò che sente, ciò che pensa e ciò che dice. Ne derivano autenticità, presenza, autorevolezza.


In sintesi

L’Ontologia del Linguaggio non è solo un metodo per “parlare meglio”: è un invito a ripensare chi siamo attraverso il modo in cui ci esprimiamo. Un linguaggio più consapevole, radicato e incarnato ci restituisce potere: il potere di trasformarci, agire, e vivere con più pienezza.

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